Trenta anni da Cernobyl’

Sono le 1.30 del 26 aprile 1986 e dalla centrale nucleare di Cêrnobyl’-Pryp’jat’ si leva un boato: il reattore numero 4 della centrale esplode.

In seguito all’esplosione una nube di materiali radioattivi si solleva dalla centrale e si sparge nei territori circostanti causando nell’immediato l’evacuazione di oltre 336.000 persone. Malgrado l’intervento repentino che segue e il tentativo di fissare con degli speciali prodotti chimici il materiale radioattivo, la nube si spargerà per tutta l’Europa orientale, la Scandinavia e la Finlandia, giungendo poi in misura minore a contaminare anche l’Italia, la Francia, la Germania, la Svizzera, i Balcani e anche la costa nord orientale del Nord America.

L’inchiesta che seguì l’incidente evidenziò come l’intero impianto non fosse a norma di sicurezza e alcuni impianti eccessivamente datati. A questi fattori si sommarono una serie di altri fattori come la mancanza di personale qualificato, una cattiva gestione della centrale da un punto di vista economico e amministrativo, una mancata accuratezza nella nella progettazione a cui poi si aggiunsero una serie di procedure particolarmente rischiose che con molte probabilità furono la causa dell’incidente.

Le conseguenze dell’esplosione sulla popolazione furono enormi e tutt’oggi, a distanza di trenta anni dall’accaduto, continua ad essere elevato il numero di patologie e malformazioni dipendenti dall’elevata esposizione alle radiazioni da parte della popolazione circostante. Cêrnobyl’, città a soli 18 km dalla centrale, è oggi una città fantasma, cimitero a cielo aperto di quelle vite per sempre sconvolte dalla negligenza dell’uomo.

cernobyl

Fonte immagine: http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/ora-zero/32/default.aspx

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